Il giudice americano Edward Korman ha aggiunto condizioni all’accordo globale sui fondi ebraici per sollecitare le imprese elvetiche a regolare i casi dei lavoratori forzati impiegati nelle filiali tedesche durante il periodo nazista.
Le imprese svizzere coinvolte sono state chiamate a esaminare gli archivi per individuare potenziali casi di lavoro coatto entro 30 giorni, altrimenti rischiano di non beneficiare della protezione fornita dall’accordo globale firmato da UBS e Credit Suisse. ABB e altre compagnie hanno già iniziato a pagare indennizzi in base agli accordi conclusi in Germania, dimostrando disponibilità a collaborare al processo.
Scadenza per l’analisi degli archivi delle imprese elvetiche
Le imprese elvetiche devono completare l’analisi degli archivi per individuare i casi di lavoro coatto entro il termine massimo di 30 giorni. Coloro che trovano informazioni rilevanti sono invitati a notificarle entro il 25 agosto al “Special Master” Judah Gribetz a New York, incaricato da Korman di sviluppare il piano di ripartizione degli indennizzi.
Anche l’Associazione svizzera di commercio e d’industria e l’Associazione svizzera dei banchieri stanno invitando i loro membri a rispettare i termini stabiliti dal giudice statunitense.
L’Unione svizzera di commercio e d’industria ha chiarito che le imprese non sono obbligate a fornire dettagli specifici, ma devono comunicare se hanno avuto lavoratori coatti tra il loro personale. L’ASB sta organizzando un congresso per gli istituti finanziari interessati alle revisioni della Commissione Volcker, in cui verrà analizzato il testo del giudice Korman.
Inoltre, l’ex governatore della Banca d’Israele, Moshe Sanbar, ha annunciato che non si opporrà all’accordo globale, pur criticandolo per ritenere che l’ammontare degli indennizzi sia inadeguato. Sanbar nota che le somme previste sono limitate considerando le spese legali e amministrative necessarie per distribuire i fondi. La decisione di accettare l’accordo tiene conto dell’età avanzata dei beneficiari e della volontà di evitare ulteriori ritardi nel processo di compensazione.
ABB e il versamento di 7 milioni di marchi al fondo tedesco
Il gruppo elvetico-svedese ABB ha già effettuato un versamento di 7 milioni di marchi per risarcire i casi di lavoro coatto avvenuti nelle filiali tedesche durante il nazismo. Questo pagamento è stato effettuato attraverso la filiale di Mannheim ed è stato considerato un passo significativo verso la risoluzione di questa delicata questione storica.
Percentuale rispetto al fatturato della filiale tedesca nel 1999
Il versamento di 7 milioni di marchi da parte di ABB rappresenta un millesimo del fatturato realizzato dalla filiale tedesca nel 1999. Questo dato mette in risalto l’impegno del gruppo nel porre rimedio alle ingiustizie del passato e nell’aderire all’accordo globale stipulato con UBS e Credit Suisse.
Le aziende elvetiche coinvolte durante la Seconda guerra mondiale sono state sollecitate dal giudice americano Edward Korman ad esaminare i propri archivi al fine di individuare i casi di lavoro coatto entro un limite temporale di 30 giorni. Questi passi sono cruciali per garantire che le imprese coinvolte possano beneficiare della protezione offerta dall’accordo globale.
Le condizioni aggiunte dall’accordo prevedono che le aziende non solo identifichino i casi di lavoro forzato, ma si impegnino attivamente alla collaborazione per l’applicazione dell’accordo. In questo contesto, ABB, insieme ad altre aziende come Nestlé, Georg Fischer e Algroup, si è dichiarata pronta a sostenere le iniziative volte a risarcire le vittime del nazismo.
L’invito alle imprese a condurre ricerche d’archivio sui lavoratori coatti è stato accolto anche dall’Associazione padronale svizzera dell’industria metalmeccanica, Swissmem, che ha sollecitato i propri membri a partecipare attivamente al processo di individuazione e risarcimento.
Inoltre, l’Associazione svizzera dei banchieri ha organizzato un congresso per analizzare il testo del giudice Korman insieme a esperti legali, dimostrando così un impegno concreto nel garantire la corretta applicazione dell’accordo globale.
Infine, nonostante le critiche di alcuni, come l’ex governatore della Banca d’Israele Moshe Sanbar, che ritiene l’indennizzo di 1,25 miliardi di dollari inadeguato, è importante sottolineare che l’accordo globale è stato supportato dall’Associazione israeliana dei superstiti dell’Olocausto in Israele, che tiene conto dell’età avanzata dei beneficiari.
Coinvolgimento di altre imprese come Nestlé, Georg Fischer e Algroup nell’accordo globale
Le aziende come Nestlé, Georg Fischer e Algroup si sono mostrate pronte a collaborare attivamente nella risoluzione delle questioni relative ai lavoratori forzati vittime del nazismo. Parte dell’accordo globale, queste imprese hanno dimostrato un impegno concreto nel supportare le iniziative per individuare e risarcire i casi di lavoro coatto avvenuti durante quel periodo storico.
Pianificazione delle modalità di partecipazione all’accordo
Le imprese coinvolte sono attualmente in fase di definizione delle strategie per aderire pienamente all’accordo globale. È emerso che, come stipulato dall’accordo, le aziende devono non solo identificare i casi di lavoro forzato nelle filiali tedesche durante la Seconda guerra mondiale, ma anche fornire il loro contributo verso l’attuazione delle misure risarcitorie. In questo senso, si sta lavorando alla definizione delle modalità con cui le imprese coinvolte potranno partecipare in modo efficace e concreto all’applicazione dell’accordo.
Swissmem e il coinvolgimento delle imprese metalmeccaniche nella ricerca degli archivi
Circolare inviata da Swissmem ai membri
L’Associazione padronale svizzera dell’industria metalmeccanica, Swissmem, ha inviato una circolare ai propri membri, esortandoli ad avviare ricerche d’archivio riguardo ai casi di lavoratori coatti durante il periodo del nazismo. Questa iniziativa mira a coinvolgere attivamente le imprese del settore metalmeccanico nell’individuazione di documentazione utile a garantire il risarcimento delle vittime.
Scadenza per le imprese che trovano documentazione sui lavoratori coatti
Le imprese che individuano casi di lavoro coatto all’interno delle proprie filiali durante il nazismo sono invitate ad annunciarsi al “Special Master” Judah Gribetz a New York. Questo termine rappresenta un passo fondamentale nel processo di identificazione e risarcimento delle vittime, come richiesto dal giudice Korman. È importante che le imprese coinvolte rispettino questa scadenza per garantire una corretta partecipazione all’accordo globale.
Le iniziative promosse da Swissmem dimostrano l’impegno del settore metalmeccanico svizzero nel confrontarsi con il passato e nel contribuire alla giustizia storica. Collaborare attivamente all’individuazione dei casi di lavoro coatto rappresenta un passo significativo verso la risoluzione di un capitolo oscuro della storia e verso la riaffermazione dei valori di giustizia e rispetto per la dignità umana.
Ruolo dell’Unione svizzera di commercio e d’industria nel supportare le imprese
Circolare del Vorort ai membri
L’Unione svizzera di commercio e d’industria, Vorort, ha inviato una circolare ai propri membri per incoraggiarli a rispettare il termine stabilito dal giudice statunitense Korman riguardo alla ricerca di documentazione sui lavoratori coatti durante il periodo della Seconda guerra mondiale. Questa iniziativa testimonia l’impegno dell’Unione nel sostenere le imprese svizzere nel processo di individuazione e risarcimento delle vittime di questa tragica vicenda storica.
Indicazioni richieste alle imprese in merito ai lavoratori coatti
L’invito rivolto alle imprese dall’Unione svizzera di commercio e d’industria non prescrive la condivisione dettagliata dei casi individuati, ma chiede semplicemente di dichiarare se sono emersi casi di lavoro coatto nelle proprie strutture. Questa misura mira a garantire un coinvolgimento attivo delle imprese nel processo di ricerca e identificazione dei casi di sfruttamento forzato, al fine di ottemperare alle richieste del giudice Korman e partecipare in maniera costruttiva all’accordo di compensazione globale.
Coinvolgimento delle banche nell’accordo globale e revisione della Commissione Volcker
Invito dell’Associazione svizzera dei banchieri ai istituti finanziari
L’Associazione svizzera dei banchieri ha invitato circa sessanta istituti finanziari interessati alle revisioni della Commissione Volcker a un congresso che si terrà a Zurigo all’inizio di agosto. L’obiettivo principale dell’invito è quello di analizzare approfonditamente il contenuto del testo redatto dal giudice Korman. Si auspica una partecipazione attiva e costruttiva da parte degli istituti finanziari per garantire una corretta implementazione dell’accordo globale e il rispetto delle condizioni stabilite per il risarcimento delle vittime.
Analisi del testo del giudice Korman con esperti legali
Le banche coinvolte nelle revisioni della Commissione Volcker sono chiamate a un’attenta analisi del testo redatto dal giudice Korman insieme a esperti legali del settore. Questo approfondimento è cruciale per comprendere appieno le implicazioni dell’accordo globale e assicurare il pieno rispetto delle disposizioni stabilite per la corretta gestione dei casi di lavoro coatto durante il nazismo. La collaborazione tra le istituzioni finanziarie e gli esperti legali è fondamentale per garantire trasparenza, equità e giustizia nel processo di risarcimento delle vittime e nell’applicazione delle misure stabilite dall’accordo globale.
Questi passaggi evidenziano l’impegno delle banche svizzere nel confrontarsi con il passato e nel contribuire attivamente alla tutela dei diritti delle vittime del nazismo. La partecipazione ai congressi e l’analisi approfondita del testo giudiziario dimostrano la volontà delle istituzioni finanziarie di adempiere alle responsabilità moralmente e legalmente richieste dal contesto storico. La trasparenza e la cooperazione sono i pilastri su cui le banche basano il loro impegno per una distribuzione equa e corretta degli indennizzi previsti dall’accordo globale.
Approvazione dell’accordo globale da parte dell’Associazione israeliana dei superstiti dell’Olocausto
Motivazioni di Moshe Sanbar per non opporsi all’accordo
L’ex governatore della Banca d’Israele, Moshe Sanbar, ha annunciato che l’Associazione israeliana dei superstiti dell’Olocausto non si opporrà all’applicazione dell’accordo globale tra le banche svizzere e la controparte ebraica. Sanbar ha sottolineato che questa decisione tiene conto dell’età avanzata dei beneficiari e dell’importanza di garantire un rapido e equo risarcimento alle vittime del nazismo. La volontà di preservare il benessere e la dignità delle persone coinvolte ha guidato l’approvazione dell’Associazione israeliana.
Critica di Sanbar all’intesa e alla somma destinata come indennizzo
Tuttavia, nonostante l’accettazione dell’accordo, Moshe Sanbar ha espresso delle critiche riguardo alla natura dell’intesa raggiunta. Sanbar ritiene che l’accordo consenta alla Banca Nazionale Svizzera di evitare responsabilità e di non dover fornire spiegazioni dettagliate riguardo al suo coinvolgimento durante il periodo storico trattato.
Inoltre, l’ex governatore della Banca d’Israele ha evidenziato che la somma destinata agli indennizzi, pari a 1,25 miliardi di dollari, viene considerata inadequata rispetto alla gravità dei fatti e alle necessità delle vittime e dei loro discendenti. Sanbar ha sottolineato che, tenendo conto delle spese legali e della creazione di una struttura amministrativa per la distribuzione dei fondi, il totale risulta insufficiente per garantire una riparazione adeguata alle vittime del nazismo.
Questi punti di vista evidenziano le preoccupazioni e le considerazioni di Moshe Sanbar riguardo all’accordo globale e all’importanza di assicurare un indennizzo equo e significativo alle persone colpite dalle azioni del passato.
Considerazioni finali sull’accordo globale e l’importanza del risarcimento
Riflessioni sull’importanza storica e sociale dell’accordo
L’analisi dell’implicazione delle banche svizzere nell’accordo globale rivela un senso di responsabilità e consapevolezza della necessità di fronteggiare il passato storico legato al nazismo. La partecipazione attiva delle istituzioni finanziarie ai congressi e alla revisione del testo del giudice Korman denota una volontà di promuovere la giustizia e il risarcimento delle vittime del lavoro coatto durante la Seconda guerra mondiale. Questo impegno testimonia un passo significativo verso il riconoscimento delle sofferenze subite e il ripristino della dignità delle persone coinvolte.